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MAKARS SUMMER SCHOOL VOL.I

IL PRIMO CORSO DI FABBRICAZIONE DIGITALE PER I BENI CULTURALI IN VENETO.

Lunedi 3 Luglio 2017 è iniziato il corso Makars Summer School, basato sul format MAKARS organizzato da 3DArcheolab.

Makars è una vera e propria scuola di Fabbricazione digitale focalizzata a percorsi di preservazione e valorizzazione dei beni culturali: 150 ore di lezioni teorico pratiche con sviluppo di un project-work e discussione finale per formare professionisti nell’uso di tecnologie moderne e innovative e mostrare i principali campi di applicazione.

La summer school ne è un distillato, un corso intensivo breve di 48 ore che offre una conoscenza di base, ma immediatamente spendibile, di 3 tematiche in particolare: il rilievo 3d, la modellazione e la stampa 3D. Il docente Giulio Bigliardi, Archeologo e founder di 3D Archeolab, è un tecnico e uno dei massimi esperti in Italia di nuove tecnologie digitali destinate ai Beni Culturali.

Il primo giorno i ragazzi, provenienti da tutta Italia e da settori attinenti all’arte e alla storia, si sono presentati e hanno avuto una breve introduzione teorica alle due tecnologie di rilievo 3D presentate durante il corso: la fotogrammetria digitale automatica, usando il software 3DFlow Zephyr, e la scansione 3D con lo scanner 3D a luce strutturata Scan in a box.

La fotogrammetria automatica permette, attraverso software dedicati, di estrarre un modello 3D digitale da un set di semplici fotografie digitali o da un video. Uno scanner 3D a luce strutturata è invece uno strumento che, attraverso un sistema composto da un proiettore e due fotocamere, è in grado di rilevare la forma di qualsiasi oggetto, in modo rapido e con elevata precisione.

Nel pomeriggio la lezione è continuata presso il Museo Museo di Storia Naturale e Archeologia di Montebelluna (TV). La Conservatrice del Museo, Emanuela Gilli, ci ha accolto raccontandoci la storia del museo e della sua collezione.

Un’istituzione che nasce nel 1984 grazie al gruppo speleologico locale “Gruppo Naturalistico Bellona”, che fece alcuni interessanti recuperi di materiale naturalistico e mineralogico, oltre molti reperti archeologici nella zona collinare di Montebelluna risalenti ad epoche diverse dal neolitico all’epoca romana.

Ha presentato la serie di reperti, messi gentilmente a disposizione dalla sovraintendenza, che sono stati l’oggetto di studio nell’ambito del corso.

Per comprendere appieno il valore di questa esperienza, la Conservatrice ci ha spiegato il percorso burocratico che il Museo ha dovuto intraprendere per farsi partner attivo di Makars Summers School: quale sia stato l’iter istituzionale, quali i tempi e le modalità per poter ottenere i regolari permessi, poter svolgere le rilevazioni e maneggiare questi delicatissimi reperti antichi di proprietà statale.

Ogni attività di questo tipo necessita di un metodo di lavoro preciso ed ordinato. Il corso oltre a fornire nuovi strumenti, vuole insegnare ai ragazzi quali siano le procedure standard da adottare quando si opera in questo settore. Partendo dalla registrazione delle informazioni relative ad ogni reperto preso in esame attraverso schede di rilievo da compilare.

Gli studenti, in maniera autonoma, hanno iniziato la rilevazione tramite foto dei reperti più grandi tra cui un’urna e una stele in pietra che fanno parte della collezione del museo, alcune lastre marmoree raffiguranti il leone della Serenissima Repubblica di Venezia e statue che appartengono alla collezione di Villa Biagi che ospita il museo.

La rilevazione di oggetti di grandi dimensioni è stata eseguita con normali macchine fotografiche digitali con l’eventuale ausilio di cavalletti o scale nel caso in cui l’oggetto da rilevare fosse particolarmente alto.

Per ottenere un rilievo completo è necessario poter scattare foto girando a 360° attorno all’oggetto, tuttavia nel caso delle steli, dove solo la parte frontale è di interesse, si è deciso di fare una rilevazione di 180°, da un lato all’altro dell’oggetto.

Prima del rilievo sono stati posizionati dei marker ai quattro vertici del reperto e ne è stata misurata la distanza per poter successivamente impostare la grandezza reale del reperto.

Abbiamo imparato che per poter ricreare un modello 3D fa foto è importante scattare almeno una foto ogni 10° da almeno 3 angolazioni (centrale, dall’alto e dal basso) in modo che ogni porzione dell’oggetto compaia in almeno due fotografie che abbiano un buon grado di sovrapposizione.